La squadra di club per cui tifo principalmente è lo Spezia.

Nella stagione 2014-2015, dopo aver visto, per una serie di combinazioni la prima partita stagionale dello Spezia nel luogo dove mi trovavo in villeggiatura, ho cominciato a seguire, per la prima volta, la squadra della mia città allo stadio che, alla fine di quel campionato, combinazione, ha conseguito diversi risultati storici:

- il più alto numero di punti conseguiti in B dal dopoguerra ad oggi;

- il poter vantare il capocannoniere della serie B; un onore che mancava da ben 73 anni.

Sempre per combinazione, dopo questa prima partita stagionale, in cui lo Spezia vinse per 5 a 2, mi fu scattata una foto da mia moglie (l'unica che ho con singoli giocatori e credo di essere l'unico tifoso della città, compresi i 50 presenti, a poter vantare questa accoppiata vincente in quel giorno speciale) in mezzo a due giocatori dello Spezia che sono diventati, a fine stagione, rispettivamente: il capocannoniere di tutta la Serie B e quello di tutto il campionato Primavera. Un'accoppiata che ha dell'incredibile.

Il primo giocatore, Catellani, solo per citare altri dati, ha più che raddoppiato il suo record personale di reti che aveva siglato in quelle precedenti (dai 9 massimo del passato a 19, una sorta di miracolo quindi). Oltre tutto ha avuto l'onore, la fortuna se vogliamo, di aver segnato, anche, il 1000° gol dello Spezia in serie B, a cui anch'io ho assistito. Due ragioni che lo hanno fatto entrare per sempre nella storia della squadra (al termine di quella stagione ha ricevuto anche altri 7 prestigiosi riconoscimenti). Mentre l'altro giocatore, Sadiq, poco più che diciottenne, ha terminato quella stagione con ben sei gol di vantaggio rispetto al secondo.

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La Stessa squadra Primavera dello Spezia (di cui fa parte il secondo giocatore nella foto, Sadiq) proprio al termine di quella stagione (2014/2015), combinazione, anch'essa conseguì un risultato storico mai raggiunto prima, le Final Eight. Allo stesso modo, le giovanili dello Spezia hanno conseguito in quella stagione un altrettanto risultato storico mai raggiunto prima.


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Che dire, davvero una stagione straordinaria per lo Spezia e, quindi, una fortuna averne comiciato a seguirne le vicende proprio in quella che è stata, per il momento, la migliore dal dopoguerra ad oggi.

(maggiori dettagli ed autoscatti dai campi di gioco in altra sezione del sito).

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Della stagione successiva, la 2015/2016, da segnalare, in primo luogo, gli importanti risultati storici raggiunti, che mancavano da sempre e nella migliore ipotesi da almeno cinquant'anni, come, solo per citare i principali:

- i quarti di finale di Coppa Italia;

- la semifinale dei play-off per accedere alla serie A;

- la striscia di risultati positivi più lunga; etc.


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Da parte mia, ricordo volentieri, sopratutto, la mia prima ed unica partita in trasferta a seguire lo Spezia in una competizione ufficiale in cui ha vinto contro il Livorno che, all'epoca, era la prima in classifica con quasi il doppio dei nostri punti.

Una bella partita, impreziosita dalla gioia e dalla fortuna di aver colto il vantaggio all'88° minuto.

Una trasferta tranquillissima, difatti e fortunatamente eravamo il primo autobus di tutta la colonna, dopo 150 mt l'ingresso dello stadio e in un minuto e mezzo eravamo già dentro. Più movimentato chi ha scelto il treno dove: 1) qualche ragazzata sui convogli, ma, sopra tutto, 2) gli scontri di agosto 2015 con relativo eco internazionale e 3) l'aver, già, sfiorato l'anno prima il divieto di trasferta, ha impedito la partecipazione dei nostri tifosi a Lanciano, consentendone, però, la presenza, in quella successiva, che era più importante e che era anch'essa a forte rischio visti i numerosi daspo dell'anno prima.

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Brevemente la III° stagione (2016-2017): la prima osservazione è che dall'inizio l'interesse da parte mia è un po' calato, lo Spezia ha raggiunto comunque i play off, conseguendo ottimi risultati in casa (al pari delle grandi), quanto pessimi fuori. Da ricordare, sopra tutto, lo scontro con la capolista (e neo promossa) Spal di fine stagione, cui abbiamo tenuto testa. E memorabile, in quella disputa, la rovesciata di Nené, forte attaccante su cui tornerò molto più avanti.

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Brevemente la IV° stagione (2017-2018; in futuro narrerò quella in cui dovessimo andare in serie A): Nonostante l'interesse ancora in calo, sono andato a tutte le partite in casa dove abbiamo ottenuto ottimi risultati, 37 punti (media da promozione diretta in A); solo 16 punti (meno della metà) nelle esterne. Nessuna trasferta. Nel rapporto soldi investiti/punti ottenuti lo Spezia è risultato terzo. Combinando questo dato economico ai punti ottenuti nel nostro stadio, possiamo affermare, tranquillamente, che come lo Spezia in casa nessuno ha fatto meglio.

A proposito di serie A, alcuni non sanno che lo Spezia vinse questo campionato nel lontano 1944 con i glorosi Vigili del Fuoco della Spezia di cui uno spettacolo teatrale ne ricorda le gesta.

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Una piccola eccezione al proposito annunciato più sopra, la merita, per più motivi, il racconto (anche fotografico) della mia I° volta in curva nella mia città dove, l’08 settembre 2018, ho assistito alla bella partita (valida per il Trofeo Mattia e Ilaria, con soldi devoluti per una buona causa) tra Spezia e Sampdoria che ha visto vincere lo Spezia per 2 a 1, con gol della Samp da parte del suo capitano Barreto, ottimo anche Quagliarella (da notare che la settimana prima la Sampdoria aveva battuto il Napoli per 3 a 0 e quella dopo il Frosinone per 5 a 0).



Questa piacevole esperienza, sia per il diverso modo di vivere la partita, sia per aver potuto condividere il tifo con amici diversi dai soliti, mi ha fatto venire in mente un’idea che ho suggerito alla Lega di Serie B
(subito il 15 settembre 2018), ossia:

- la possibilità che i Clubs possano emettere un certo numero di abbonamenti (poniamo il 10% del totale stimato) di una tipologia MIX che permetta, così, ad alcune persone di vivere lo stadio a 360°, assistendo, per esempio, a metà delle partite dalla Tribuna e l’altra metà dalla Curva
(o, addirittura: 1/3 in Tribuna; 1/3 in Gradinata; 1/3 in Curva).

Eventualmente, magari in futuro, l'abbonato invece di ricevere, da subito, ad inizio campionato, l’assegnazione inderogabile di quali partite di campionato dover vedere da un dato settore e quali dall'altro, si potrebbe dargli la possibilità di scegliersi, di volta in volta, il posto disponibile nell’uno o nell’altro settore nel rispetto delle quote previste.

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Un’altra soluzione che ho suggerito di recente, inerente il calcio (dapprima a Figc il 04 nov 2018 e poi, su loro gentile indicazione, all’IFAB), riguarda i rigori, per i quali ho proposto che, in funzione di parametri quali: il tipo di fallo che è stato commesso; dove è stato commesso (davanti alla porta, o sulla linea di fondo); su chi è stato commesso, si possano assegnare:

- rigori di I° livello,
dove il battitore è scelto direttamente dalla squadra che beneficia del penalty;

- rigori di II° livello, dove il battitore è scelto o ad estrazione, o dalla squadra avversaria, o è direttamente colui che ha subito il fallo.

Questo potrebbe accrescere la suspance e lo spettacolo e risponderebbe ad un principio di relazione tra misfatto/i e punizione. Tutto proporzionato.

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Un'altra squadra cui tengo molto è l'Italia.

Molta della passione per la nazionale, probabilmente, deriva dal fatto che il primo mondiale che seguii fu proprio quello del 1982 (all'età di dodici anni) che, per la cronaca, fu l'anno in cui l'Italia vinse per la terza volta i mondiali di calcio.

di seguito il biglietto dell'unica
partita della nazionale che ho visto,
sinora, nella mia vita, in cui vinse
per 1 a 0 contro la Danimarca
(presenti gli amici: Enrico C.;
Michele V.; mi pare anche il
maestro Simone T., Gaetano S.,
Francesco D.J. ...)



(più recentemente, allo Stadio Picco, ho potuto assistere anche alla divertente partita di calcio femminile: Italia - Georgia, finita 6 a 1 per l'Italia, valevole per le qualificazioni agli Europei. E, qualche tempo prima, anche alla bella partita tra Italia under 20 e Francia under 21, che è finita 1 a 1, nonostante gli ospiti fossero sulla carta molto più forti, vantando tra le loro fila molti calciatori con presenze in Champions, tra cui Coman).



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Riguardo alle squadre di serie A, in generale, non sono mai stato un grande tifoso. Ai tempi in cui vi erano due soli stranieri (bei tempi, perché avevamo il più bel campionato del mondo), la mia preferita era l'Inter, ma avevo simpatie anche per il Milan, e in generale per tutte le squadre italiane impegnate in campo internazionale.

segue il biglietto dell'ultima partita
che ho visto dell'Inter in cui vinse
per tre a zero contro il Pisa (presenti
tra gli altri gli amici: Cristiano G.,
Daniele B. - ex compagno di scuola -;
il maestro di tennis Simone T., etc.)



(alla fine di questa stagione
l'Inter vinse lo scudetto
che mancava da 8 anni)

La precedente partita che vidi dell'Inter, invece, la ricordo bene, perchè fu l'unica, tra tutte quelle cui assistetti, in cui la vidi perdere e fu contro il Bayern Monaco.

Un mio amico, scherzando, in forza anche di un goliardico indicatore da me creato, il fortunometro, di cui dirò sotto, mi dice sempre: "si vede che quel giorno eri giù di tono, se ti prendevi due vitamine vincevano 4 a 0".


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L'idea del "Fortunometro" (di cui ho scritto anche in una mia lettera pubblicata su La Nazione) mi è venuta leggendo su di una rivista on-line il ruolino di marcia dello Spezia Calcio in casa riferito ai sei mesi precedenti che era pari a 2,06 punti di media (dati da: 9 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte; quindi 31 punti diviso 15 partite). In merito (come evidenziato meglio in altra parte del sito) non essendo stato presente ad una delle due partite perse (Ternana) ed ad uno dei pareggi (Vicenza) ho effettuato lo stesso calcolo, per lo stesso periodo, ma lato spettatore, registrando un ottimo e personale 2,3 punti di media (dato da: 9 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta; quindi 30 punti diviso 13 partite).

In pratica, nei 6 mesi in esame (certificabili dagli ingressi ai tornelli) la squadra, combinazione, ha ottenuto risultati migliori quando c'ero, rispetto a quando non c'ero.

Un indicatore, a mio giudizio, buono al massimo per un gioco, ma perlomeno basato su fatti e dati; meglio di chi si vanta un po' troppo convintamente e per giunta a chiacchiere (sul campato in aria), una specialità di molte persone che, poi, alla prova dei fatti si sono rivelate delle vere e proprie pippe.

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Curioso, anche, osservare come:

- se ad inizio stagione 2014-2015 l'unica foto (non di gruppo) che mi ha scattato mia moglie mi ha ritratto in mezzo a due giocatori che, al termine della stessa, hanno entrambi superato i loro precedenti record personali di reti e sono risultati, persino, i capocannonieri della loro categoria;

- l'unico calciatore con cui mi ha scattato una foto all'inizio della successiva (la 2015-2016) è stato Ilicic della Fiorentina che, a diverse giornate dalla fine di quel campionato, si trovò, anch'egli, ad aver già superato il suo precedente record personale di reti.

Di seguito, la foto, di cui ho detto,
tratta direttamente da una schermata dei social:


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Il mio solito amico, scherzando, mi dice che il prossimo anno i calciatori faranno a botte per fare una foto con me, perchè qui carta canta, aggiunge. Questo mi fa ridere, ma non troppo, perchè quello che sta sbattendo sul tavolo, c.... è il mio cellulare !!, mica una foto di carta.

Nell'estate 2016 non mi sono imbattuto, invece, con nessun ritiro di nessuna squadra, per cui nessun'altra foto. Ad ogni modo, ora che seguo il calcio su Sky e riconosco molti calciatori, non vi sarebbe la stessa naturalezza. Nel caso di Catellani, Sadiq ed Ilicic è difatti interessante osservare, anche, che non conoscevo neanche i loro nomi, per cui, per ben due anni di fila, ho avuto la doppia botta di fortuna (una quadriculata diciamo, roba da culo a quadrifoglio, uso questo termine ma non credo più a simili dabenaggini dai tempi delle elementari, sarebbe oltretutto grave idolatria) non solo di beccare per una foto proprio degli attaccanti, ma che poi questi abbiano disputato una stagione del tutto straordinaria, battendo i loro precedenti record di gol.

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Ma, sorpresa della stagione 2016-2017: A Pasquetta 2017, nel tavolo affianco al mio, c'era, manco a farlo apposta, il forte attaccante dello Spezia Nené (mio figlio lo ha persino colpito con una pallonata, e lui, alle nostre scuse, si è dimostrato, come già sapevo, ottima persona). La premessa è che tale giocatore, per via di un piccolo infortunio nella prima parte della stagione e vista la necessità urgente della Società di disporre di attaccanti nell'immediato, era fuori dal progetto tecnico e così doveva restare fino alla fine. Ma subito il giorno dopo questo pranzo e quello dopo ancora, su La Nazione cominciò a comparire l'invocazione: “qui c'è bisogno di Nené”, tempo 3 giorni fu come “resuscitato” e rientrò repentinamente nel progetto tecnico.

La prima partita in cui l'ho visto rigiocare è stata Spezia Spal, quella con la sua rovesciata memorabile, e prestazione da top player. Poi, nell'altra partita in casa, nell'arco sempre di soli 20 minuti, si è procurato un rigore. Infine, l'ho visto giocare nei play off dove, nell'arco di 25 minuti che ha avuto a disposizione, ci ha regalato l'ultima gioia da gol della stagione (un gol sotto le gambe del portiere che, parendo improbabile considerata anche la distanza, e considerato che Nenè è un noto atleta di Cristo mi fece pensare alla parabola del cammello e della cruna dell'ago). Nenè chiuse il campionato alla grande. Grazie a lui !! e a tutti gli altri aquilotti compreso il Presidente che paga tutta la giostra. Capisco, infine, i tifosi che vorrebbero sempre vincere, ma gli altri mica stanno a pettinare le bambole o, per meglio dire, i fili d'erba. O no ?

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Nella stagione 2017-2018, le nuove straordinarie combinazioni sono riprese esattamente da dove le avevo lasciate l’anno prima, con un gol sotto le gambe. Protagonista Marilungo, che, guardando l'azione da vicino, parve quasi incredulo dal presentarsi di quell'occasione che sembrò scaturire dal temporaneo obnubilamento del libero arbitrio dei tre avversari difensori.

Atleta risultato a fine stagione capocannoniere dello Spezia e che, per ennesima ed incredibile combinazione (gli amici sanno perché), proprio da quel 23 feb. 2018 incluso, ha incrementato le sue marcature del 300 % rispetto ai due trimestri precedenti, raggiungendo per la seconda volta in carriera, dopo 8 anni, la doppia cifra. Altri fatti sarebbero da narrare, ma mi ci vorrebbe molto tempo e non ho voglia di dilungarmi.

Ulteriori brevi aspetti degni di nota sono: l’Eurogol in Cittadella - Spezia di Gilardino, su magistrale assist (manco a dirlo) del solito Marilungo; Pessina, che ha giocato con noi, premiato come il giovane più bravo della B (tutti i nostri giovani sono stati bravi); e, infine, il miracolo sportivo del Parma che, nell'ultima partita in casa nostra, ha coronato il sogno di salire dalla D alla A con tre salti consecutivi (un unicum nel mondo del calcio).

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Combinazione, anche, nella stagione successiva, la 2018-2019, il Lecce ha conquistato la serie A giusto all’ultima giornata, giocando sempre contro lo Spezia. Ulteriore combinazione, anch’essa, ha realizzato un salto consecutivo, in tal caso, doppio, dalla C alla B e dalla B alla A. Anche nella stagione 2018-2019 (non che m’interessi più di tanto sottolinearlo, per questo non scenderò nei dettagli, anche, perchè sembra oramai una telenovela, e sebbene sia contento per il soggetto in esame, perché merita come atleta e come persona) il mio straordinario successo “personale” l’ho avuto nuovamente (agli amici, se interessati, i dettagli).

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Concludo la parte dedicata
al calcio con una vecchia
battuta di Winston
Churchill secondo cui:

"Gli italiani perdono le partite di calcio
come fossero guerre e le guerre come se
fossero partite di calcio".

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Riguardo alla musica, l'amo un po' tutta, compresa quella italiana. Del resto, ogni momento esige la sua più adeguata colonna sonora. Ad ogni modo, le sonorità che ho apprezzato di più sono state, probabilmente, quelle del rock anni '70 dei Doors, dei Led Zeppelin, sino ad arrivare ai Pink Floyd. Ma, anche, tra la musica straniera apprezzo molto quella leggera, come potrebbe essere, per esempio, quella di: Get Lucky dei Daft Punk; di My Style dei Saint Motel, di Counting Stars degli OneRepublic, o canzoni un po' più sofisticate come, per esempio: Somebody That I used to Know di Goyte; etc.

Suono la chitarra, per un breve periodo ho persino suonato in un gruppo. Il più importante e bel concerto che ho visto è stato quello del Duca Bianco, meglio noto come "David Bowie", che si tenne al Palatrussardi di Milano, durante il Sound and Vision Tour
(niente a che vedere con quello che si tenne successivamente a Reggio Emilia). Presenti con me a Milano gli amici: Nicola C. e Ale D.B. Di seguito il biglietto:




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Riguardo al cinema, il mio genere preferito sarebbe la Fantascienza, sebbene non sia tanto facile imbattersi in bei film. Tra questi, sicuramente e guardando al passato: 2001 Odissea nello spazio (che ho apprezzato da adulto, così come Blade Runner). E in tempi più recenti, su tutti: Matrix (il primo capitolo); Gravity ed Interstellar. Passando, anche, per altri che ho apprezzato da adolescente come: Guerre Stellari o, per esempio, la serie televisiva: Spazio 1999.

Non guardo molta tv, non mi piacciono quiz e reality, mentre seguo: partite, films e qualche talk show. Ultimamente, anche alcuni sceneggiati (che sono in realtà dei filmoni) autentici capolavori di registi italiani molto bravi ed ispirati. Nonchè, altri film, per lo più italiani, sempre sul genere e sempre ispirati per i quali non si può che ringraziare (e non sono i soli).


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Passando ai libri, dopo un lungo periodo di disinteresse, è da alcuni anni che ho iniziato a leggere con crescente passione. A partire dal 2010 leggo quasi due libri al mese. Più di recente, tra le mie letture, oltre a romanzi e thriller, ho inserito anche alcuni saggi.

Tra le varie attività cui mi sono dedicato vi è stato, anche lo scrivere libri di aforismi (anche detti calembours o pillole di saggezza).

Si può tranquillamente dire al riguardo che ho iniziato sostanzialmente prima a scrivere, che a leggere.

Non a caso il mio primo aforisma, del mio primo libro recitava:

"Se proprio devo avere
a che fare con un libro,
preferisco scriverlo
che leggerlo".

- Roberto Sala -

Fui veramente felice quando un Dirigente della mia provincia, cui avevo fatto dono del mio libro, incontrandomi per strada mi recitò a memoria proprio questo verso, a riprova, probabilmente, della nota massima secondo cui: "Chi scrive aforismi non vuole semplicemente essere letto, ma vuole essere imparato a memoria".

In merito comunque a questa mia attività, per il momento amatoriale, devo dire che l'unica volta che ho partecipato ad un concorso con dei miei elaborati (concorso che fu organizzato da un'associazione culturale in collaborazione con un quotidiano), fui anche premiato.

seguono due foto dell'evento,
tra cui una pubblicata sul
quotidiano il Secolo XIX
del 2 dicembre 2006.




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Nell'ambito dei fumetti ho apprezzato: l'Uomo Ragno; la serie Marvel Noir; Batman; Martin Mystere; Dylan Dog; Corto Maltese; Tin Tin e, più di recente: Tex e Diabolik.

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Tra le attività più singolari che ho svolto vi sono state:

- il full contact (sebbene per un breve periodo; ma conservo ancora con piacere ed orgoglio il paradenti con il segno dell'apparecchio che portavo all'epoca). Del resto, sin da piccolino (vedi la mia foto sotto, quando avevo 8 anni), parevo avere una certa predisposizione.






- la meditazione trascendentale.

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Piatti preferiti: spaghetti ai frutti di mare; vitello tonnato, patate arrosto, cioccolata fondente.

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Altre note: Non fumo e sono sostanzialmente astemio. In quanto a Venere: come si fa a non apprezzare ? dico bene o dico male ?

(a parte gli scherzi, le qualità estetiche non sono certo le sole cui l'altra metà del cielo ci fa quotidianamente dono e per le quali sentitamente ringraziamo. E, comunque, rispetto anche per chi ha altri gusti)

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Tra le cose che preferisco vi sono anche: passeggiare nella natura, leggere e vedere posti nuovi in compagnia di persone care.

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In generale, nelle persone apprezzo, non tanto e solo il punto di arrivo, ma la tendenza a migliorarsi sempre e sebbene, dopo tanti anni e per certi versi, sia sempre più portato ad apprezzare la massima di Lichtenberg, secondo cui:

"Niente contribuisce di più alla
tranquillità dell'animo del fatto
di non avere alcuna opinione",

nel complesso:

Odio gli indifferenti
(di Antonio Gramsci)

"Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.

L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti.

Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo.

Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile.

Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.

I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.

Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime..."

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Storia popolare brasiliana

"Un giorno nella foresta di
Tingua scoppia un
terribile incendio.

Nella confusione tutti
gli animali cominciarono
a fuggire spaventati
per mettersi in salvo.

Solo uno di loro
resta nella foresta:
era un piccolo colibrì
dalle piume colorate.

All'improvviso s'avvicinò
ad un fiume, si bagnò il
becco e con una goccia
d'acqua cercava di
spegnere l'incendio.

Gli altri animali
impegnati a scappare,
non capivano il gesto
del piccolo colibrì:

"Stupido animaletto,
ma chi ti credi
di essere ?"

Pensi di spegnere
questo grande fuoco
con due gocce
d'acqua ?

Fai come noi,
pensa a salvarti
piuttosto !"

So che è poco,
che non basta
una goccia del mio
becco a spegnere
l'incendio,

ma almeno io faccio
la mia parte, per
salvare la nostra foresta. "

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IN   DEFINITIVA

pagina pubblicata su Class di dicembre 2003

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Fin dove è possibile:

Bisogna tenere
la barra dritta.

(intendiamoci, quest'ultima
frase è una metafora, vale
anche per le femminucce)

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"La creatività è la
caratteristica dell'uomo
che più lo avvicina a Dio,
che è egli stesso creatore"

- tratto da un'enciclica
di Papa Ratzinger -

(fonte: Economy 29/07/2009)

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"La creatività è un talento
divino ed ostacolarla
significa ostacolare il
volere di Dio".

- osservazione tratta da un
libro di Khaled Hosseini -

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Prima di concludere con un'ultima citazione sulla creatività, in tal caso di natura politica, apro una breve parentesi amarcord proprio su questo versante:

Quando ero adolescente ricordo la prima seduta della prima “creatura politica” dell'ex Ministro Andrea Orlando (mi pare si trattasse di un’associazione), cui partecipai anch’io con una manciata di nostri amici (vi era una stanza, qualche sedia e vi fu un suo primo discorso).

Prima ancora lo ricordo (ma all’epoca non lo conoscevo ancora bene, era semplicemente compagno di scuola di mio cugino), quando venne a parlare nel cortile della mia scuola con il megafono, che era più grosso di lui, e che era tenuto in piedi più dalla sua fervida passione politica che dalla forza delle sue allora esili braccia.

(ora, come spesso accade, ci siamo persi un po' di vista)

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.... la creatività è un nostro
grande patrimonio nonché
un punto di forza che abbiamo
il dovere di valorizzare ...


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roberto70xxx@alice.it


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1993



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